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venerdì 13 marzo 2015
PERCHE' VENERDì 13 E' CONSIDERATO SFORTUNATO?
I timori che circondano il venerdì 13 affondano le loro radici nella tradizione cristiana, laddove il numero si riferisce al tredicesimo commensale dell'Ultima Cena - ossia Giuda, il traditore - mentre il giorno della settimana (già noto come il giorno del boia) è quello in cui sarebbe stato crocefisso Gesù. La combinazione di questi elementi avrebbe dato luogo alla superstizione, spiega Stuart Vyse, professore di psicologia al Connecticut College di New London.
La credenza si sarebbe diffusa con il Cristianesimo e anche in zone non cristiane, continua l'antropologo Phillips Stevens, Jr., della University of Buffalo. "Si diffuse in maniera capillare in tutto il mondo euro-americano, radicandosi nella cultura in modo molto persistente", dice.
Il fatto che quell'evento sia associato con la malasorte ha a che fare, secondo Stevens, con le dinamiche del cosiddetto "pensiero magico" presenti nelle culture di tutto il mondo. Una di queste vuole che "si tenda a pensare all'esistenza di un nesso causale tra due eventi che si somigliano". Ovvero, se all'Ultima Cena erano presenti 13 persone, ogni evento dove è presente il numero 13 sarà sfortunato.
Un' altra spiegazione risale alla mitologia scandinava: c’erano 12 semidei e poi arrivò il tredicesimo, Loki. Ma era crudele con gli uomini: da qui il 13, in quelle terre, è divenuto segno di malaugurio. Altri legano la superstizione al fatto che c’erano 13 persone all’Ultima Cena di Cristo, e il tredicesimo era Giuda.
Origini lontane. Ma l'associazione tra il numero 13 e la sfortuna è documentata anche in epoche precedenti: lo storico greco Diodoro Siculo (I secolo a. C.) riferisce che Filippo II (IV secolo a. C.), re di Macedonia e padre di Alessandro Magno, fu ucciso da una sua guardia del corpo dopo aver fatto mettere una propria statua accanto a quelle delle dodici divinità dell'Olimpo (la morte sarebbe stata la conseguenza di questo “sgarro” agli dèi). Ma forse la diffidenza verso il 13 risalirebbe addirittura alle più antiche concezioni astrologiche assiro-babilonesi (dove il 12 era numero sacro perché facilmente divisibile). Proprio il fatto che il 13 viene dopo il 12 avrebbe assicurato a questo numero la fama di portasfortuna.
l calendario dei giorni nefasti. Quanto al venerdì, forse è considerato infausto perché Cristo fu crocefisso in quel giorno. Per i musulmani, invece, è infausto perché è il giorno in cui Adamo ed Eva mangiarono il frutto proibito.
La distinzione tra giorni positivi e negativi era già nota alla tradizione romana, dove si distingueva fra dies fasti (in cui si poteva amministrare la giustizia) e nefasti. Il martedì era “sfortunato” tra i Romani perché dedicato a Marte, dio della discordia. Allo stesso modo, si credeva che i figli concepiti di venerdì avrebbero avuto una vita difficile e che gli anni bisestili che cominciavano in questo giorno sarebbero stati catastrofici.
Origini a parte, la credenza del venerdì 13 come giorno sfortunato è diffusa in tutta Europa e America.
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